Colazione al parco: il nuovo articolo di Andrea Visentin

Home > News dalle organizzazioni di categoria > Colazione al parco: il nuovo articolo di Andrea Visentin

Il nostro iscritto Andrea Visentin ha affrontato, nei suoi articoli negli scorsi anni, varie tematiche inerenti l’informatica, la comunicazione, i compiti e funzioni del medico veterinario comportamentista, la sicurezza alimentare, le norme di igiene e profilassi, l’epidemiologia, la sorveglianza e le aggressioni canine. Non ha poi disdegnato un approccio introduttivo e divulgativo al sistema HACCP.
Il suo primo articolo del 2016 affronta invece un caso clinico da manuale: la colica del cavallo. 
Quando il medico veterinario raggiunge la scuderia viene accolto da un componente della famiglia umana del cavallo mentre gli altri sono presso la stalla. Lo sguardo di apprensione è stampato sulla faccia di tutti ….. cavallo compreso. 

 


Colazione al parco

 

Sono quasi le sei del mattino, rientrate stanchi da una chiamata notturna, il vostro grosso amico peloso ansima guardando fuori dal finestrino. È troppo tardi per tornare a dormire, ma è anche troppo presto per aprire il vostro ambulatorio, decidete quindi di passare dal laboratorio di un panificio di periferia che sicuramente è già aperto per un cornetto.

Presa la colazione, vi fermate al parco, fate scendere il vostro amico per la sua passeggiata mattutina. È un po’ presto, ma che altro fare? Nell’aria c’è un profumo famigliare, anche il vostro amico annusa l’aria vi guarda e si dirige verso la strada che porta alle scuderie.

 

Uno degli incubi di un allevatore di cavalli è sicuramente la colica. Questo stato morboso dell’equino rappresenta un momento particolare nell’esperienza di un allevatore. Viene vissuto con apprensione anche dai professionisti e vi lascio immaginare quanto possa essere sentito dagli amatori che possiedono un solo cavallo magari stabulato sul retro della casa.

Quando arriva una chiamata per questo problema, di solito fuori dall’orario di lavoro, la patologia è già in corso da un po’ di tempo. In molti casi sono già stati tentati alcuni rimedi casalinghi, senza risultato. Nel momento in cui arrivate con la macchina sul posto di solito venite accolti da un componente della famiglia umana del cavallo mentre gli altri sono presso la stalla. Lo sguardo di apprensione è stampato sulla faccia di tutti cavallo compreso.

In pochi minuti si deve decidere cosa fare. La pressione è notevole anche su di voi, una colica si può risolvere rapidamente con il solo trattamento medico oppure si può protrarre per giorni con grave scadimento delle condizioni dell’animale e con conseguente rischio per la sua vita e in alcuni casi si deve ricorrere al ricovero ospedaliero per un trattamento di tipo chirurgico.

Il primo intervento consiste nella visita, che deve essere eseguita in sicurezza, in questi momenti la sicurezza è tutto. Vi trovate di fronte ad un animale che sta soffrendo e che è pronto a fare qualsiasi cosa pur di liberarsi dal dolore. Vi risparmio i dettagli sugli interventi che devono essere eseguiti. Esistono varie scuole di pensiero sul come intervenire, se si decide che la chirurgia non è necessaria si deve iniziare un periodo di controllo sull’animale e di visite ripetute.

 

Seguite il vostro amico peloso a malincuore verso le scuderie, comunque dovete riprenderlo. Sapete che è ancora presto per trovare qualcuno in giro, però un grosso cane sconosciuto può sempre creare degli scompigli.

L’odore si fa sempre più forte, sotto il portico di una vecchia struttura vedete un pentolone che bolle sul fuoco. Il vostro naso, anche se poco sensibile, era già certo di quello che avreste trovato. Si tratta del pastone che viene fornito ai cavalli periodicamente per aiutarli con il transito intestinale.


Quando comincia il periodo di stabilizzazione della colica i problemi non sono finiti anzi, durante la fase patologica, si liberano delle tossine nell’organismo del cavallo che possono portare, anche in caso di risoluzione della patologia, a danni seri e che possono compromettere il benessere dell’animale e la sua carriera.

Non esiste una ricetta magica che possa prevenire questo fenomeno e non esiste una causa certa.

Tra le tante possibili cause c’è quella alimentare, la possiamo riassumere così: capita a volte che un animale che consuma normalmente dei prodotti ritenuti pericolosi, perché possibili cause di coliche, non ne presenti i segni ed altre volte cavalli ultra controllati che mangiano solo alimenti di prima categoria sviluppano la patologia.

Certo non bisogna dire che possono mangiare di tutto e che una alimentazione corretta non va seguita. Si può solo dire che esistono alcuni fattori scatenanti: come alimenti non adatti, disidratazione, ecc.

In molte scuderie si dedicano alla realizzazione di ricette private dell’allenatore, ma non esiste una formula sicura per tutti, come grandi chef mantengono segrete le dosi dei loro piatti così l’allenatore non svela i suoi segreti per prevenire lo sviluppo di coliche.

Di certo c’è l’immagine di un cavallo in colica che arriva alla clinica, l’aspetto sofferente, l’andatura barcollante, la forte sudorazione e la piccola processione che si snoda dal trasporto alla sala visita: l’allenatore, il proprietario, il fantino, il veterinario di campo, quello della clinica, qualche inserviente. L’immagine rimane ben impressa nella mente di chi la vede la prima volta. La colica è una situazione sgradita all’animale ma anche alle persone che ruotano attorno all’allevamento di questo nobile e fragile animale.

 

Il grosso cane, dopo un giro veloce per il cortile, constatato che i suoi amici sono ancora a letto e che rimane solo una persona di guardia alle stalle, forse più alla pentola in questo momento, e che soprattutto non c’è niente da mangiare vi raggiunge scodinzolante con l’espressione di chi si è appena ricordato che c’è un piccolo animale peloso solo a casa e che ormai è ora di andare a svegliare il piccolo dormiglione. Tutti si devono alzare presto non solo lui.