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Il nostro iscritto Andrea Visentin, dopo aver affrontato in modo semplice tematiche inerenti l’informatica, la comunicazione, i compiti e funzioni del medico veterinario comportamentista, la sicurezza alimentare, le norme di igiene e profilassi, l’epidemiologia e la sorveglianza, ci parla ora di aggressioni canine.
Il veterinario fa parlare i cani coinvolti in aggressioni, attraverso impronte dentali ed altre tipologie di analisi, forse con le stesse difficoltà che incontrano i poliziotti con certi energumeni ubriachi ed ottiene una confessione altrimenti impossibile.
Le prove vengono raccolte con pazienza dal veterinario ASL dalle bocche dei sospetti pelosi e successivamente esaminate quando uno di loro è incriminato. 

 

 

Hai rovesciato la mia birra!

 

È una bella giornata, finalmente dopo tanta pioggia si può uscire, andate a spasso con il vostro grosso amico.

In un’edicola comprate un giornale di viaggi e vi fermate a prendere il sole su una panchina, il vostro compagno si stende ai vostri piedi. Sfogliate la rivista e siete colpiti dalla vista di belle colline circondate da alberi e piccoli gruppi di pecore candide al pascolo. Il respiro regolare e profondo del vostro amico, diciamo che russa, e le belle immagini vi fanno volare con i ricordi.

Ad un certo punto vi trovate sulla panca di un bel Pub di campagna, vicino al fuoco di antracite, musica e voci, poi tutto cambia due grossi energumeni si fronteggiano: “hai rovesciato la mia birra” dice uno “no tu hai rovesciato la mia birra”. Il grosso cane alzandosi di scatto vi riporta alla realtà.

 

Sentire questa frase in un Pub inglese il venerdì sera non è il massimo, specie se è rivolta verso di voi. Anche nel modo dei cani esiste un’espressione molto simile che si può ottenere con orecchie schiacciate contro la testa, collo orizzontale sulla stessa linea della coda tesa, muscoli tesi pronti allo scatto.

Nel mondo dei Pub il finale spesso prevedibile, se va bene, è il sabato mattina al pronto soccorso con ovvio interrogatorio della polizia per identificare il colpevole dell’aggressione.

Nel secondo caso quando l’aggressore è un cane la situazione è un po’ diversa. Come ben spiegato in due articoli apparsi su “Summa Animali da Compagnia” intervengono diversi soggetti. Medico legale, Veterinario dell’ASL, queste due figure faranno quello che i soggetti coinvolti non possono fare, per ovvie ragioni, testimoniare sull’accaduto. I cani anche se coscienti e non ubriachi difficilmente rilasciano una testimonianza comprensibile.

 

Come riportato negli articoli, a cui vi rimando per un’esauriente esplicazione, tutti i cani coinvolti vengono esaminati dal veterinario ASL per identificare il colpevole. Gli articoli ci danno un’immagine che ricorda le storie di “CSI” con prelievo dell’impronta dentale di ogni soggetto coinvolto.

In questo senso il veterinario fa parlare i cani, forse con le stesse difficoltà che incontrano i poliziotti con certi energumeni ubriachi, e ottiene una confessione altrimenti impossibile. In molti casi se il soggetto umano aggredito sopravvive la descrizione dell’aggressore non è certo accurata.

In molti telefilm americani sentiamo spesso dire che l’identificazione, fatta da un gruppo razziale, non è attendibile quando si tratta di altri gruppi razziali, figuriamoci quando si parla di un cane. Di sicuro sapete riconoscere il vostro cane tra mille e pure tutti quelli che conoscete. Potete dire lo stesso per quello che è apparso da un cespuglio coperto di fango, avete forse notato che la zampa anteriore destra aveva una macchia bianca sul secondo dito che lo distingueva dall’altro fratello con la stessa macchia ma anche sul terzo dito? Di solito i soggetti coinvolti nelle aggressioni non sono esperti di razza, o di cani in genere, questo rende le cose ancora più difficili.

La forma del muso, la posizione delle orecchie e le macchie del pelo sono un elemento che gli esperti del settore riconoscono, ma non fanno parte dell’esperienza comune di tutti. Un giorno forse avremo a disposizione un sistema di identikit anche per i cani con i tratti somatici dei soggetti.

Il grosso cane si guarda in giro con espressione preoccupata, poi con movimento lento, comincia a salirvi in braccio. E fin qui niente di strano il problema nasce quando pensate al suo peso, l’ultima volta che si è pesato erano 60 Kg di cane, ma forse si è ingrassato ultimamente. Quando riesce a sistemarsi comodamente sopra di voi cerca di infilarsi dentro la vostra giacca.

 

Si tratta comunque di un argomento interessante, oserei dire affascinante. Deve verificarsi una collaborazione interdisciplinare quando sono coinvolti un uomo ed un cane. In questo caso si prende in considerazione la lesione lasciata sulla pelle umana, il patologo legale deve scegliere un punto in cui non si sia verificato strappamento dei tessuti. Il morso deve essere perfetto e ben visibile, da questo si preleva un calco da confrontare con la bocca del sospetto.

Senza annoiarvi troppo la presenza od assenza dei denti, la conformazione e l’usura permettono di fare il terzo grado al sospetto. Purtroppo sono proprio questi morsi che permettono di riconoscere l’impronta di un animale rispetto all’altro. Grazie ai segni lasciati è possibile rilevare le tracce salienti della conformazione della bocca.

Rivolgere l’attenzione verso un gruppo di pastori tedeschi o dobermann, scartando magari i pittbull; oppure dirigersi verso i pincher (non me ne vogliano gli amanti della razza potevo citarne un’altra, ma colore e forma ricordano un dobermann) spesso aggressori sotto valutati come tutti i cani di piccole dimensioni.

I segni dei morsi e la forma dei denti, ottenuta con la stessa metodica che applica il nostro dentista quando ci deve prendere l’impronta, anche se devo dire che i cani per questa procedura sono più fortunati di noi, sono anestetizzati, permettono di identificare l’animale da cui poi partire con i test più costosi di ricerca del DNA. Questo perché a volte cani con dentatura perfetta, appartenenti alla stessa razza, lasciano segni uguali.

Come dicono i personaggi sulla scena del crimine abbiamo solo una corrispondenza non una certezza: servono altre prove. Prove che vengono raccolte con pazienza dal veterinario ASL dalle bocche dei sospetti pelosi e successivamente esaminate quando uno di loro è incriminato. Gli articoli si soffermano sull’importanza di queste fasi preliminari di raccolta, da tutti i presenti sulla scena del crimine, anche se in un primo momento non sospettati. È importante anche la raccolta delle informazioni sull’ambiente circostante, proprio come una rissa da pub del venerdì sera esistono delle situazioni scatenanti. Anzi di solito i cani non cercano la rissa per il puro gusto di picchiarsi. In questo sono più intelligenti degli uomini, se scoppia una rissa sotto c’è un valido motivo, ma i soggetti coinvolti non sono disposti a raccontarcelo.

Le urla canine da pub si placano mentre il vostro grosso amico vi sta schiacciando cercando di infilare il suo grosso testone dentro la vostra giacca.

Vicino a voi passa una signora elegante con al guinzaglio un cagnolino, che usa un linguaggio irripetibile adatto ai bassi fondi, adornato con un bel vestitino ed un fiocchetto sul muso. Dall’altra parte del parco vedete un’altra signora che trascina il suo bel cucciolo tutto elegante nella sua tutina da jogging.

Le acque si sono calmate, raccogliendo il fiato, riuscite a spingere via il grosso cane che ricade al suolo dicendogli “ adesso racconto tutto al piccolo cane della prateria, sei tanto grosso quanto fifone, anzi pensiamo ad una bella dieta dimagrante!”. Lui vi guarda con i suoi occhioni marroni dicendo: stavo solo cercando di proteggerti.