Home > News dalle organizzazioni di categoria > La posizione dell’Ordine sugli incarichi per la cura e riabilitazione degli animali selvatici

In Valle d’Aosta, il controllo sulla fauna selvatica è affidata al Corpo Forestale regionale.
Nello specifico il Corpo forestale si occupa, con grande professionalità, dei censimenti della fauna selvatica, collaborando con le sezioni dei cacciatori e sotto il coordinamento della Direzione Flora, Fauna, Caccia e Pesca dell’Assessorato Agricoltura e risorse naturali della Regione autonoma Valle d’Aosta.

 

Lo stesso ufficio coordina anche le attività di recupero della fauna selvatica ferita e abbandonata: gli animali recuperati vengono portati presso il C.R.A.S. (Centro di Recupero degli Animali Selvatici) della Regione, sito in località Epilaz nel Comune di Quart; dopo il periodo di cura, gli animali vengono liberati nel loro habitat naturale.

Ulteriori approfondimenti sui C.R.A.S. italiani (dove sono e come operano), sono reperibili al seguente link: http://www.recuperoselvatici.it

 

In Valle d’Aosta, il servizio di cura e riabilitazione degli animali selvatici ritrovati feriti o malati viene esternalizzato coinvolgendo i colleghi liberi professionisti che operano sul territorio, non essendo presenti nell’organico del Corpo Forestale medici veterinari.

Il medico veterinario provvede quindi alla cura ed alla riabilitazione degli animali selvatici che sono stati rinvenuti feriti o malati e ricoverati presso il C.R.A.S. regionale.

 

Solitamente l’attività veterinaria è svolta presso il C.R.A.S., fatta eccezione per interventi particolarmente delicati che vengono effettuati presso la struttura veterinaria del professionista o nella struttura che il professionista reputa più idonea.

Oltre alle cure ed agli interventi suddetti, il collega deve effettuare visite periodiche presso il Centro di Recupero per verificare lo stato degli animali presenti, predisporre cartelle veterinarie per ogni animale visitato e presente al Centro, espletare tutti gli adempimenti e le formalità richieste dai Servizi veterinari dell’U.S.L. e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Aosta per il rilascio degli animali nel loro ambiente naturale.

 

A livello regionale, come a livello nazionale, è in atto un continuo confronto sulle modalità con cui vengono convenzionati i medici veterinari liberi professionisti nella gestione sanitaria dei C.R.A.S.

Premesso che non esiste una soluzione ottimale preconfezionata e condivisa da tutti gli attori coinvolti, riteniamo utile descrivere come ha affrontato questa delicata questione il nostro Ordine professionale.

 

Nel 2005 un lungo processo di concertazione tra Ordine e Amministrazione Regionale ha permesso la definizione di un approccio condiviso, durante il quale è stata coinvolta la F.N.O.V.I. al fine di ottenere un parere sulla correttezza formale della documentazione proposta.

L’importo offerto era condizionato dalla disponibilità del capitolo di spesa in capo alla stazione appaltante (Amministrazione regionale).

L’Ordine e l’Amministrazione regionale avevano individuato e condiviso alcuni parametri oggetto di valutazione da parte della commissione giudicante, tra i quali:

  • la possibilità per il professionista di  proporre migliorie al servizio
  • la disponibilità di una struttura veterinaria idonea e sufficientemente attrezzata per l’effettuazione degli interventi più delicati (anche appoggiandosi ad altri professionisti presenti sul territorio)
  • la presentazione di un’offerta personalizzata della propria disponibilità stabilendo, eventualmente, anche un compenso per ogni intervento extra
  • la dimostrazione di aver conseguito una formazione specialistica e/o esperienze significative nella cura di animali selvatici

La valutazione dei criteri qualitativi individuati per conferire l’incarico era poi stata integrata da alcuni punti fermi considerati irrinunciabili dal Consiglio Direttivo quali:

  1. La presenza nella commissione di valutazione di un veterinario super partes, in quel caso fu individuato il Veterinario Regionale.
  2. Al compenso proposto (e pattuito dopo mesi di concertazione) non doveva essere applicato un ribasso, deontologicamente inaccettabile (eravamo ancora prima del cosiddetto Decreto Bersani).
  3. Importo al netto degli oneri di legge (I.V.A. e E.N.P.A.V.), dei costi dei farmaci e del materiale chirurgico
  4. Orario fisso e definito (diurno 8.00-19.00 dal lunedì al sabato); al di fuori di queste fasce orarie e nei festivi, veniva applicato il tariffario.

 

Tutte le osservazioni furono recepite dagli uffici competenti dell’Assessorato.
L’unica criticità rimasta e non facilmente risolvibile, riguardava la legge regionale utilizzata dall’Amministrazione per affidare l’incarico: non più l.r. 18 (utilizzata per le consulenze), ma un appalto di servizi in economia come disposto dalla  l.r. 13 del 16 giugno 2005.

Il Consiglio Direttivo riteneva comunque di aver tutelato al meglio la categoria, considerato che questo doveva essere un approccio pilota da sperimentare e migliorare negli anni successivi.
L’approccio politically correct non ha però evitato problematiche di natura deontologica e professionale.

 

L’avvento del Decreto Legge 4 luglio 2006 (c.d. Decreto Bersani), convertito in Legge 4 agosto 2006 n. 248, ha portato una vera rivoluzione, abrogando le disposizioni legislative preesistenti che prevedevano l’obbligatorietà di tariffe fisse o minime.

A seguito della sua introduzione l’Amministrazione regionale decise di esternalizzare il servizio suddetto attraverso un affidamento di incarico che non includeva più parametri qualitativi, ma solo il parametro del massimo ribasso.

 

La messa in discussione di un modus operandi condiviso dopo un faticoso processo di concertazione ha fornito lo stimolo al Consiglio Direttivo per ribadire una posizione ufficiale.

Nella lettera del marzo 2007 si sottolinea come “l’equiparare una prestazione professionale di tipo sanitario alla semplice fornitura di beni e servizi da affidare in economia rischia di vanificare gli sforzi sin qui fatti dall’Amministrazione regionale e dagli Ordini che cercano di promuovere la formazione dei liberi professionisti e di migliorare la qualità delle loro prestazioni professionali.
Si chiede
quindi formalmente di venire coinvolti nella predisposizione delle future convezioni che l’Assessorato preparerà  per i colleghi veterinari.”

La F.N.O.V.I., interpellata sull’argomento, sottolinea che “se l’Amministrazione vuole realmente intervenire nella cura e nella riabilitazione degli animali selvatici dovrà rivedere la materia avendo cura di recuperare un’impostazione che esuli dal solo requisito dell’economicità, ma che possa creare condizioni utili a perseguire i fini che si prefigge e proprio per questo sarà utile prevedere una preliminare concertazione con l’Ordine dei medici veterinari valdostani”.

 

Come verrà gestita questa situazione nel 2011?

I tagli alle consulenze, introdotti dalla finanziaria del governo Berlusconi, obbligheranno l’Amministrazione regionale a ridurre drasticamente (80%?) le consulenze a valere sulla l.r. 18.

La rinnovata concertazione con gli uffici competenti e la disponibilità del Dirigente coinvolto hanno permesso di valorizzare la buona pratica del 2005: in pratica la richiesta di offerte per il rinnovo del servizio veterinario al CRAS verrà impostata secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (inclusiva quindi di parametri quantitativi e soprattutto qualitativi) e non più con l’offerta al massimo ribasso.

Nella commissione che dovrà valutare le offerte sarà presente un veterinario (una figura istituzionale come il Veterinario Regionale o il Responsabile IZS della Valle d’Aosta).

L’incarico, di durata biennale, potrebbe  comprendere nuovamente la cifra bandita nel 2005 (oggetto di continui ribassi negli anni successivi) eventualmente aumentata del costo della vita o di altri aumenti se presenti (costo farmaci, ecc.).

L’approccio concertativo, promosso con costanza dal nostro Ordine, si è quindi dimostrato fruttuoso.