L’intelligenza dei cani: l’ottavo articolo di Andrea Visentin

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Il nostro iscritto Andrea Visentin, nei suoi primi articoli, aveva fatto una panoramica sul mondo dell’informatica e sul tema della comunicazione, descrivendo, successivamente, compiti e funzioni del medico veterinario comportamentista, il delicato tema della sicurezza alimentare, le problematiche inerenti le competizioni equestri e l’importanza della pulizia delle mani da parte degli operatori sanitari.
In questo articolo illustra il suo punto di vista sull’intelligenza dei cani: “Vi siete mai chiesti se il vostro cane è intelligente? Penso che tutti i proprietari di cani si trovino d’accordo con la risposta: si il mio cane è una animale molto intelligente, capisce tutto quello che gli dico”.

 

L’intelligenza dei cani.

È notte fonda, nel piccolo villaggio di montagna regna la calma, la neve scende copiosa avvolgendo tutto in una coperta di silenzio.
La notte di Epona si avvicina, la notte in cui, secondo la tradizione celtica, gli uomini possono capire quello che dicono gli animali mentre si scambiano opinioni sui loro proprietari. Non si vede una luce, solo in un angolo vicino alla stalla si nota un certo chiarore.
Dentro la casetta di legno il vecchio spinone si sposta il ciuffo di peli dagli occhi mentre si accomoda vicino al fuoco. “Ora che ci siamo tutti possiamo cominciare” sono le prime parole del cane rivolte agli altri animali presenti.
“Puoi mettere un altro pezzo di legno sul fuoco?” dice rivolgendosi alla sua compagna, poi prendendo un giornale di giardinaggio “ la situazione è grave, oggi ho trovato questo articolo che ci smaschera”.

Il vecchio cane è preoccupato dalla ricerca sull’intelligenza degli animali, uno studio che, analizzando il funzionamento del cervello del cane, svela le sue capacità intellettive fino a poco tempo fa limitate solo all’uomo ed ai primati.

 

Vi siete mai chiesti se il vostro cane è intelligente?

 

Penso che tutti i proprietari di cani si trovino d’accordo con la risposta: si il mio cane è una animale molto intelligente, capisce tutto quello che gli dico.
Dopo questa affermazione, alcuni vedono soggetti che fanno cose straordinarie, come portare una bibita fresca al padrone oppure il telefono che suona, e confrontandoli con il proprio piccolo amico peloso pensano: forse il mio non è un genio.
Ma il “Commissario Rex” che prende il cellulare che suona e lo porta al suo collega perché lo fa? Ragiona e decide, in realtà no, per lui il telefono che suona è come il bastone o la palla che gli lanciamo e che lui riporta.
Quindi grattate il testone del vostro amico anche lui è intelligente!

 

Nell’ottocento Darwin scrisse: la mente degli animali differisce da quella dell’uomo solo per il grado e ancora nel 1990 uno scienziato concorda con la teoria di Darwin sull’intelligenza degli animali.
Tornando alle abilità di alcuni soggetti famosi possiamo dire che l’addestramento è importante da questo punto di vista, con un po’ di attenzione e di lavoro potete insegnare al vostro amico molte cose.
Prendere il cellulare che suona o prendere una bibita fresca in frigo pongono dei problemi pratici: se il cellulare si trova sul mobile preferito di vostra suocera, costringendo il cane a salire, di certo resterà qualche segno sul legno; se uscite e fate tardi, la fiorentina che vi aspetta in frigo potrebbe sparire, se “qualcuno” nel frattempo ha fame. Questi incidenti non sono colpa del Cane, ma dell’uomo.

 

Nel 1994 Stanley Coren pubblica “The intelligence of Dogs”. Analizza l’intelligenza dei cani e prova a classificarla secondo parametri umani; ma come possiamo comparare un Pastore Maremmano con un Barboncino bianco? A parte il colore del pelo uguale sono animali molto diversi, con un passato diverso, uno protegge i greggi dal lupo l’altro è nato come cane da caccia in acqua ed è usato oggi come cane da compagnia. Certo anche un Maremmano può fare il cane da compagnia, ma come possiamo pensare che ragionino nello stesso modo. È come pensare che un Ingegnere ragioni come un Filosofo di fronte al famigerato videoregistratore da programmare.

 

Molti test per misurare l’intelligenza degli animali si basano sulla risoluzione dei problemi, ma quale livello di intelligenza dobbiamo assegnare ad un animale che dice: “ padrone c’è un bocconcino nascosto sotto quella campana tiramelo fuori”? È più intelligente lui o quello che tenta per un’ora di estrarre il bocconcino?

 

Provate a cercare su YouTube troverete diversi video che mostrano il comportamento dei vostri amici di fronte a questi problemi. Potete trovare anche risorse letterarie che concludono che, per il 60% dei soggetti intervistati, gli animali hanno un’intelligenza.

 

Il vecchio spinone fa passare la rivista tra le zampe dei presenti. “Leggete queste righe infamanti!” La rivista passa di zampa in zampa con commenti irripetibili. Un giovane volpino prende un palmare ed annuncia: “googlando queste affermazioni escono molti risultati. Gli uomini non sono stupidi come pensavamo”.

 

Di sicuro possiamo affermare, suffragati dalla letteratura, che gli animali conoscono la paura, la rabbia e l’amore, ma come li interpretano è difficile dirlo.
Non siamo capaci di tradurre le loro espressioni e il loro linguaggio sotto altri aspetti chiarissimi per noi.
Per altro non sappiamo che cosa si dicono i cani durante le loro abbaiate notturne che ci tengono svegli. Di certo dobbiamo stare attenti all’antropomorfismo degli atteggiamenti animali ed a quella cosa chiamato rasoio di Occam: una formula che ci impone di non attribuire una risposta superiore quando possiamo ottenere lo stesso risultato con risposte inferiori.
Possiamo quindi spiegare un comportamento che per l’uomo sarebbe: lo faccio per divertimento, con dieci o più bisogni inferiori che si presentano contemporaneamente in sequenza ordinata ma casualmente.

 

Lo sapete che lo sbadiglio umano è contagioso anche per i cani, e soprattutto che indica la capacità di empatia.
Che cosa significa questo? Semplicemente che durante il processo di domesticazione i cani hanno sviluppato la capacità di empatia con l’uomo. Questo si è sviluppato assieme all’abilità del cane di interpretare la comunicazione umana.

 

A questo punto vi chiederete: il cane capisce la voce umana? La risposta sembra essere si, i nostri cani capiscono la voce umana. Tutti noi sappiamo che pronunciando alcune parole magiche il cane risponde benissimo.
Per spiegare questo dovrete sforzarsi un po’, se almeno una volta nella vita ci siamo trovati in viaggio in qualche paese di cui non conosciamo la lingua eppure alcune parole le comprendiamo, sappiamo che quel suono indica quello che ci interessa e rispondiamo positivamente.

 

Uomo e cane si sono evoluti assieme da millenni partendo da una società simile, è di poco tempo fa la scoperta che entrambi hanno meccanismi simili per processare l’informazione. Da uno studio con la risonanza magnetica si è visto che uomo e cane attivano le stesse aree del cervello in risposta a determinati suoni, la situazione è differente in questo caso un suono suscita la stessa emozione nel cane e nell’uomo.

 

Un grosso pastore di scrolla, getta il giornale nel fuoco dicendo: “ ho fatto diverse prove, gli uomini restano più stupidi di noi, non credete a tutto quello che si legge sui giornali. Avvicinatevi a qualcuno con lo sguardo triste mentre mangia un panino otterrete sempre un pezzo e questo è l’importante. Non ammetteranno mai che siamo più intelligenti di alcuni di loro e che siamo capaci di fare alcune cose che degli umani non sono in grado di fare”. Tutto il consesso scodinzola a questa affermazione tranne lo spinone che protesta: “non fate gli umani!”

 

Per le vostre ricerche in rete potete cominciare con i miti celti e la loro evoluzione nella storia, un po’ di cultura non guasta.