Maggio: Franco Mantelli

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Ci sono diversi modi per descrivere come sia variegata e complessa la professione del medico veterinario.
Abbiamo pensato di farvi raccontare la professione proprio da chi la vive sulla sua pelle quotidianamente: i medici veterinari iscritti al nostro Ordine.
Ogni mese troverete una testimonianza di un Medico Veterinario valdostano che, con immagini e parole, vi descriverà la sua attività professionale.

 

 

  1. Nome e Cognome
    Franco Mantelli
  2. Perché hai deciso di iscriverti a Medicina veterinaria?
    Mi sono iscritto a Scienze delle Preparazioni Alimentari, tra le varie materie del primo anno c’era Anatomia, che si teneva con gli studenti di veterinaria.
    Il grande Aureli con le sue capacità di comunicatore mi ha coinvolto al punto tale che ho tradito la mia prima scelta per dedicarmi alla Medicina Veterinaria.
  3. Come sono stati gli anni dell’Università?
    Belli, ma non bellissimi.
    Belli perchè, come ho fatto il grande salto, sono entrato come Allievo Interno, in Clinica Medica e dopo poco tempo mi sono ritrovato potenziale “titolare” di una serie di turni in canile ed erano tempi che, degli 80 box presenti all’ultimo piano dell’Istituto, gli animali ricoverati superavano quasi sempre il 90% dei posti disponibili. Quindi un fine settima si ed uno no, sapevo come passare il sabato e la domenica.
    Non bellissimi perchè, quando non avevo da fare con i miei cagnetti, mi smontavo la mia moto da cross, me la caricavo sulla 500 di mio padre (non potevo permettermi un carrello) e andavo a correre sulle piste del Piemonte-Lombardia.
    Alla sera, stravolto, mi rismontavo la moto, o meglio quello che rimaneva della moto, e ritornavo a casa a “sfangare” moto e macchina…ma questo potevo farlo solo ogni tanto.
  4. Quando ti sei laureato/a?
    Quando mi sono laureato mi sono detto : “adesso mi faccio tutte le gare in calendario, non voglio perderne una”. Non ho mai più messo il sedere “sull’adorata”.
    In compenso i cari Colleghi, che una volta si chiamavano Baroni, hanno subito trovato il modo di riempirmi il tempo libero: il grande Seren, a quei tempi, mio “Capo” supremo, alle sue numerose conferenze sull’ Iperparacheratosi del rumine mi voleva sempre al seguito come responsabile del proiettore.
    Dopo le prime parole introduttive la frase: “Dai Mantelli continua Tu, che le dia le conosci bene, visto che le hai fatte tu”. La mia oretta di sproloquio era garantita. Sono stati i primi applausi accademici della mia carriera.
    Poi al bar della Facoltà, la mattina seguente: “Mantelli quando ti Laurei?” “Professooore è tre anni che mi sono Laureato” “A bene, bussa che ti sarà aperto” “ Mantelli cosa bevi?” “Un bicchiere d’acqua” “Bene, bene…offro io”. Poveretto era “fuso”, ma gli voglio ancora bene.
    Nel frattempo sono riuscito a cacciarci dentro anche un annetto abbondante di naia.
    Arrivato a Savona come naione semplice, il classico numero anonimo in una massa informe; dovevo lasciare la “mia” facoltà, le mie lezioni, tutti i miei sogni, cosa avrei trovato al mio ritorno? Mi sentivo una vera merdaccia.
    Ci ha pensato la cagnetta del Colonnello Comandante a risolvere il dramma: la più grave mastite ulcerata che ho mai visto in vita mia, al posto dei capezzoli c’erano dei crateri che lasciavano vedere i piani muscolari sottostanti.
    Il Collega Bolognese Infettivologo “Senti Mantelli occupati tu della cagna del Colonnello io non ci capisco più niente, poi tra 10 giorni me ne vado fuori dalle palle, ti passo la stecca e la bestia”.
    La stecca l’ho presa e da uno squallido camerone gelido mi sono trasferito in una infermeria di 400 mq riscaldata.
    La “bestia” l’ho guarita e da soldato mantelli sono diventato il Dottor Mantelli che salutava stringendo la mano…e non scattando sull’attenti.
    Non sto a rivivere i ricordi altrimenti scrivo un libro, dico solo che quando il Colonnello fu trasferito anche io sono approdato al distretto di Milano.
  5. Quando ti sei iscritto/a all’Ordine?
    Non lo ricordo con precisione ma doveva correre il 73.
  6. Ricordi come è stato il tuo primo giorno di lavoro?
    Come tutti gli altri giorni, in canile Seren mi aveva ventilato che sarei diventato il responsabile del reparto Infettivi. Questa promessa l’ha mantenuta.
    Ho provato a “bussare” più volte alla sua porta. Il posto di ruolo è arrivato solo dopo 8 anni dalla Laurea.
  7. Di cosa ti occupi ora nello specifico? Vuoi descriverci in cosa consiste la tua attuale attività professionale?
    A domanda diretta, risposta diretta: di Liam, Luca e Sofia. Io, che non ho mai voluto figli….. mi hanno “scodellato” tre nipotini in 4 anni. Così volle il Fato.
    Poi, perchè c’è sempre un poi, d’estate mi occupo di indagini epidemiologiche sulle interiorità anatomo-funzionali della fauna ittica locale: in pratica sbudello trote che i turisti vengono a pescare al Green Lake, piccola perla ecologica della Val d’Ayas.
  8. Operi in un settore in cui c’è molta concorrenza?
    NO.
    Come sbudellatore di trote e storioni, Andrea, il titolare del Laghetto e figlio di Giovanna, mia adorata Compagna e Collega, è molto più bravo e veloce di me, come Veterinario sono più bravo io, Lui fa il ristoratore, quindi dalle 10 alle 16 laghetto.

    Fino a quando sono vissuto a Milano nella pagina dello stradario che comprendeva piazzale Loreto, dove esercitavo la mia attività libero-professionale, di ambulatori di Colleghi ne contavo 22…. forse questo è il motivo che mi spinge a cedere il mio Studio, con la morte nel cuore, non ad un Collega ma a chissà chi….. che ci farà chissà che cosa.
    Ma il mio “credo” principale, a cui ho dedicato la vita, è sempre stato l’impegno Universitario.

  9. Come cerchi di differenziarti dai tuoi colleghi per proporti alla tua potenziale clientela?
    Da quando ho messo piede in Facoltà ho sempre cercato di fare cose che gli altri non facevano; la mia domanda “cui prodest” ha sempre cercato ed ottenuto una risposta. La mia tesi di Laurea era sulle Dermatofitosi.
    Perchè questa scelta? Perchè era un argomento che nessuno trattava. Perchè ho lavorato sull’uso topico della Griseofulvina? Nessuno ne aveva mai parlato.
    L’ipervitaminosi A nel gatto, la demodicosi del criceto, la contaminazione ambientale post Cernobil e tanti tanti argomenti sono stati trattati sempre perchè non erano trattati da altri o almeno trattati in “modo diverso”.
    La guerra con i “Baroni” dell’epoca, era sottile ma cruenta. Un buon universitario “deve sapere tutto di tutti gli animali”.
    E’ stato duro convincere chi di dovere che un cane è “molto diverso” da un cavallo o da una tartaruga.
    La seconda fase, convincere che un cane ha un cuore, un polmone, una cute, uno scheletro eccetera e che ogni apparato ha le sue patologie legate a quel determinato organo è stato altrettanto difficile.
    Per fortuna l’ingerenza dei “capi” non è mai stata più di tanto “coercitiva”….massimo non si faceva carriera e basta.
    Io ho potuto occuparmi del settore di ricerca che più mi “sconfinferava”.
  10. Ti senti realizzato/a nella tua attività professionale?
    Distinguiamo la didattica dalla clinica.
    Lasciamo perdere gli applausi legati alle “defaillances” del Professor Seren, prima citati e quelli che alla fine di una conferenza presentata al tal congresso, vengono elargiti dalla platea (pagante-quindi applaudente), nei confronti dell’oratore, quelli che non si dimenticano sono quelli spontanei e non sponsorizzati che gli studenti ti fanno alla fine di una lezione che li ha particolarmente coinvolti…..e loro non hanno pagato nessuna iscrizione.
    E anche quando entri in un aula che durante l’ora che ha preceduto la tua lezione era semi vuota, poi quando arriva il tuo turno, si riempie all’inverosimile con i ragazzi seduti anche sui gradini….se poi ci scappa anche “L’APPLAUSO ACCADEMICO”, ti senti……………… sul serio, realizzato.
    A lezione non ho mai letto le cose che dovevo dire, anche se ho sempre avuto con me una serie di fogli.
    Su quei famigerati fogli c’era solo la scaletta delle barzellette che dovevo raccontare quando, dopo una serie di diapositive di animali “marci”, mi compariva l’immagine di un bel fiore o di un tramonto…..quello era il segnale che era il momento di “alleggerire” il discorso.
    L’aula, sempre piena, forse era dovuta al fatto che non ho mai usato le stesse dia dell’anno prima per fare le mie lezioni. Ne ho scattate talmente tante che tutti gli anni le mie lezioni erano “nuove”.
    Il mio archivio iconografico era composto da più di 50 000 diapositive, probabilmente il più vasto del mondo. Con il mio pensionamento….sono sparite tutte…..dove?….nel nulla.
    Come Clinico ho cercato di essere il più professionale e deontologico possibile. A chi mi scrive: “il mio cane ha il cimurro; è giusta la terapia che mi ha dato il mio Veterinario?” ho sempre risposto e sempre risponderò che io parlo di malattie non di malati. Ogni malato è un caso “unico” e come tale va trattato.
    Quando visito un paziente con una prescrizione che non mi trova concorde, non indago mai sull’intestazione della ricetta del Collega; il prescrittore non mi interessa …. l’unica cosa che mi interessa è come risolvere il problema del paziente.
    Da “IL DE BELLO LODICO” (riflessioni sul trasferimento della Facoltà a Lodi) “……….Parlo del mio caso personale. La “gente” mi arriva da Bari da Bergamo dalle Venezie dall’estero per venire da quel pirla del mantelli perchè lavora in una Facoltà che si chiama Milano, (l’estate scorsa mi è arrivato un pazzo dalla Grecia con il cagnetto ed un altro mi mi ha mandato del sangue da Bali)… probabilmente sarebbe venuta anche a Lodi ?…..chi può dirlo?
    E’ di pochi giorni fà la visita dell’informatore medico della Novartis che mi ha illustrato del materiale pubblicitario assolutamente innovativo che cito testualmente “ATOPUS ciclosporina A – FINALMENTE , LA POSSIBILITA’ DI CONTROLLARE LA DERMATITE ATOPICA SENZA I CORTICOSTEROIDI “.
    Sempre quel pirla del mantelli, cura gli atopici senza cortisone da più di 15 anni, non con la ciclosporina,… ma con risultati soddisfacenti.
    Sempre il sopra citato, nel 2004 ha tirato fuori dal cilindro da prestigiatore 12 casi di pseudomicetoma, definita da Scott “malattia rarissima”, grazie alla già citata e disconosciuta epifluorescenza.
    Sempre lui ha fondato la Società di Micologia Umana ed Animale (FIMUA), raro esempio di collaborazione e coesistenza tra Medici e Veterinari in un unico contesto scientifico interdisciplinare e quando ai congressi della società ha portato i suoi 22.000 casi in sala si è sentito un…..hooo.
    Una cosa è certa, carissimo interlocutore, se la “Mia Facoltà” verrà “Lodigianata”,… per andare a prendere il treno alla stazione di Lambrate, allungherò di certo la strada……….ma da via Ponzio (sede della Facoltà) non ci passerò più…….”
  11. Come sono i rapporti con i Tuoi colleghi?
    Da “IO, I MIEI PAZIENTI E I LORO PROPRIETARI”di franco mantelli:
    “……Non più del 20% dei miei Amici, e ho sempre considerato i miei Studenti i miei migliori Amici, ha seguito la mia strada, dopo che sono stati con me per almeno tre anni e hanno “elaborato” cosa vuol dire fare il Clinico, molti hanno preso altri indirizzi….ma sono sempre e comunque rimasti i miei Amici…..”
    E tutti i miei studenti….sono diventati Colleghi…..e sono rimasti Amici.
  12. Come sono i rapporti con il Tuo Ordine?
    Con il precedente (MI), senza infamia e senza lode.
    Con l’attuale (AO), decisamente migliori; già avete visto l’annuncio del materiale che voglio “regalare” (è ancora a disposizione nel mio Studio di Milano), poi se mi avete letto fino a questo punto…..vuol dire che….o siete molto pazienti….o l’Ordine si da da fare.
  13. Hai un aneddoto professionale particolarmente interessante e/o divertente che vuoi raccontare?
    Località Milano, viale Monza 23, io fuori dalla porta della sala d’aspetto del mio STUDIO VETERINARIO LORETO …….. ore 19….30 luglio….43°C….signore grondante di sudore con un grosso plico sotto il braccio….mi apostrofa affannato ”Mi è caduto un quadro e si è rotto il vetro”…..gentilmente rispondo ”Provi di fronte, se non è già in ferie, c’è una signore che le può risolvere il problema”…….”anche lui VETRINARIO?”…..il tutto avvenne di fianco a una croce blu di 2 metri per 2.
    Facoltà, Clinica Medica, giovane collega (non si merita la maiuscola) interna dell’Istituto, mi ha chiesto se avevo dell’OLIO MINERALE per guardare un vetrino, preparato neanche tanto bene; ammetto che, con un po’ di cattiveria, ho risposto che non lo usavo più da tempo e non sapevo come procurarlo.
    N.B.si può riempire una vasca da bagno con tutto l’Olio di Vaselina (alias olio minerale) che c’è sempre stato in Istituto.
    Per esaminare uno scarificato abbiamo sempre usato, da una vita, l’idrato di sodio come chiarificante, soluzione praticamente abbandonata (almeno dal sottoscritto) da quando ho messo a punto la metodica di indagine che utilizza l’EPIFLUORESCENZA-FLUOROCROMO.
    Bisogna sapere che al master a cui hanno partecipato all’ESTERO (Chiasso), che li ha resi specialisti, ” il sensciato mendrizoootto l’ ha dì che chel olii lì l’và propi been ” ma l’associazione epifluorescenza-fluorocromo, siccome è stata “inventata”e messa a punto nell’Istituto che hanno frequentato…..sicuramente sarà una cagata, che non vale la pena di usare e tanto meno conoscere.
    mantelli
    Demodicosi (tecnica tradizionale)
    mantelli
    Demodicosi (Epifluorescenza: tecnica Mantelli)
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    Otite da malassezia (tecnica tradizionale)
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    Otite da Malassezia (Epifluorescenza: tecnica Mantelli)
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    Pseudomicetoma (tecnica tradizionale)
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    Pseudomicetoma (Epifluorescenza: tecnica Mantelli)
  14. Come fai a conciliare il tempo da dedicare al lavoro con il tempo da dedicare alla famiglia?
    1 Basta scegliere di vivere con una donna che ha percorso il tuo stesso iter professionale-universitario.
    2 Fare la vasectomia al figlio “coniglietto”(Giulio), onde evitare il 4° nipotino.
    3 Velocizzare lo sbudellamento ittico così l’altro figlio (Andrea), ha più tempo da dedicare al suo ristorante.
  15. Cosa ti senti di consigliare a chi vorrebbe cominciare la tua professione?
    Quando partecipavo alle commissioni per la prova di ammissione alla Facoltà di Veterinaria, il famigerato TEST, mi piaceva fare questa domanda “Perchè vuoi fare proprio Veterinaria?” “Perchè a me mi piacciono da impazzire gli animali”. Con il mio sorrisetto, un po’ ironico, replicavo “Allora se ti piacciono così tanto gli animali, uno che vuol fare il Ginecologo…cosa gli deve piacere?
    Il resto del colloquio proseguiva nel tentativo, spesso riuscito, di spiegare che la scelta di fare questo mestiere, è una scelta difficile che offre tante possibilità e tanti sbocchi, ma se uno “adora” cosi tanto gli animali, faccia pure Veterinaria, ma scelga un settore diverso da quello Clinico. Per ispezionare formaggi, o manipolare provette in un Laboratorio di Analisi, si può diventare degli ottimi professionisti anche se “ a te ti piacciono da impazzire gli animali ”.
    Spiegavo che il clinico, non è la fotocopia del Dottor House a cui va tutto sempre bene, ci sono certi momenti che snervano, logorano….uccidono il morale.
    Raccontavo che quando ti capita, tanto per fare un esempio, un cane con il tetano, devi star sveglio anche di notte e non per due o tre notti di seguito, minimo ne hai per un mese. I primi giorni, di studenti come te, ce ne sono molti, il caso nuovo attira anche i più pigri, dopo una settimana dimezzano, dalla terza in poi, ti ritrovi solo…. ma Lui è sempre rigido come un baccalà….ma DEVE respirare.
  16. Hai qualche sogno nel cassetto per il tuo futuro?
    Si Vorrei che tutto quello che ho detto e fatto a livello scientifico fra qualche anno sia vecchio e obsoleto.
    Si Vorrei che tutta quella gente che è “andata avanti…aprendo le gambe” o “leccando il culo dei potenti”….fosse trasferita d’ufficio negli Inferi Danteschi.
    Si Vorrei essere un badilante informatico un po’ meno badilante. Fino a quando sono stato “in servizio”, quando avevo un problema, bastava un urlo e il problema veniva risolto in un attimo (il tutto senza spiegazioni)….adesso quando sono nella cacca….ci rimango.
    Si Vorei…Si Vorrei…..Si Vorrei
    Vorrei nascere un’altra volta … per non fare più tutte le “cappellate”che ho fatto.
  17. Hai qualche rimorso o rimpianto per il tuo passato?
    Avrei voluto andare in pensione a 30anni e cominciare a lavorare a 50anni, rinunciando a ferie, TIF, indennità varie e quant’altro previsto dalle Associazioni Sindacali.
  18. Concludi la tua intervista con un tuo pensiero in piena libertà che rappresenta il tuo quotidiano operare o la tua filosofia di vita (proverbio, riflessione, citazione etc..).
    Così si conclude il mio libro “IO, IMIEI PAZIENTI E I LORO PROPRIETARI”.
    “CAMERA CON VISTA “ E. M. Forster dal balcone della nostra cucina.
    Certo che voi siete ben fortunati….se vi affacciate alla finestra vedete tanti bei tram sponsorizzati, tante variopinte code di macchine che urlano la loro gioa di essere lì, tanta bella gente che arranca forsennatamente, potete anche riempirvi i polmoni di quegli olezzi inebrianti che solo la combustione del buon gasolio può dare ….quì tutti infedeli. Solo cornuti. Solo vacche, per giunta tranquille,quasi annoianti, solo camosci, solo stambecchi…..e solo puzza di letame…neanche una allegra clacsonata…. solo campanacci.
    Nessuno che corre dietro a un metrò appena passato. Noi, poveretti, il metrò mica l’abbiamo.
    Chissà se la Valle in futuro ce lo mette??….ci manca tanto.
    mantellimantelli

    Vivendo qui bisogna però saper rinunciare a tante cose, che il Mondo Globalizzato ritiene indispensabili.
    Qui non si può scegliere tra i vari Ipermercati; non si può andare a cercare quel 33 giri in vinile che solo quel negozietto, un po’ impolverato, può avere; Uto Ughi, ti può coinvolgere, solo se hai un lettore di CD; l’unica Scala che c’è…. è quella che porta al piano superiore …l’ambulanza deve fare 80 km per raggiungere il pronto soccorso e i bambini possono nascere anche lungo il tragitto…. ma va bene così.
    Ho corso troppo per cercare di prendere quel metrò… appena passato.