Marzo: Walter Tarello

Ci sono diversi modi per descrivere come sia variegata e complessa la professione del medico veterinario.
Abbiamo pensato di farvi raccontare la professione proprio da chi la vive sulla sua pelle quotidianamente: i medici veterinari iscritti al nostro Ordine.
Ogni mese troverete una testimonianza di un Medico Veterinario valdostano che, con immagini e parole, vi descriverà la sua attività professionale.

 

 

  1. Nome e Cognome
    Walter Tarello, 56, nato ad Aosta, sposato con Natascia Riccieri, veterinaria, due figli.
  2. Perché hai deciso di iscriverti a Medicina veterinaria?
    Mi ispiro’ un viaggio, un Gran Tour durato un anno che mi porto’ in Africa e Medio Oriente nel 1976-77. In una cittadina d’Etiopia conobbi dei veterinari italiani che lavoravano per una ONLUS e fu come una rivelazione.
    Erano giorni fantastici, con sorrisi di bambini in fondo a villaggi perduti nella savana e raggiunti in sella a vecchie moto.
    Dunque era ancora possibile un lavoro che mescolasse poesia, avventura, esotismo, scienza e, perfino, ultimo ma non meno importante, impegno sociale?
    Si, con il privilegio aggiunto di vivere all’aperto, a contatto degli animali selvatici e senza stress. Cosi mi iscrissi a veterinaria.
  3. Come sono stati gli anni dell’Università?
    Lunghi, oscuri, ripetitivi, estenuanti ma anche per mia scelta e colpa.
    Secondo la piu’ che autorevole opinione del segretario della Facolta’ di Torino, dove mi sono laureato, dovrei entrare nel Guinness dei Primati essendo il laureato in Italia con il maggior numero di esami dati e superati (58) inclusi approvvigionamenti annonari, mangimistica, endocrinologia, inglese e alcuni oscuri esami complementari che ormai non esistono piu’.
  4. Quando ti sei laureato/a?
    Nel Novembre 1987
  5. Quando ti sei iscritto/a all’Ordine?
    Giugno 1988.
  6. Ricordi come è stato il tuo primo giorno di lavoro?
    Era di maggio, i muscoli erano flaccidi e intorpiditi dalla mancanza di movimento e dal troppo studio, la pelle bianca come cera, la mente confusa, i modi buffi, le aspettative tante e l’entusiasmo scarso.
    Ho camminato il giorno intero in montagna, tra boschi e valli in fior sul Gran San Bernardo, individuando i danni prodotti da cervi e caprioli ai boschi e segnando poi i risultati in alcune schede utilizzate per censimenti indiretti e per il management della fauna selvatica, mi sentii percettibilmente meglio.
  7. Di cosa ti occupi ora nello specifico? Vuoi descriverci in cosa consiste la tua attuale attività professionale?
    Esotici, uccelli e selvatici, inclusi tigri, ghepardi, stambecchi, falchi, pappagalli, tartarughe e gazzelle, costituiscono il mio settore prediletto che offre, credo, ancora molto spazio alla ricerca, alla divulgazione e all’arte veterinaria.
    Adesso mi diverte scrivere libri e articoli su argomenti anche non scientifici, piuttosto culturali, legati agli animali.
    Per esempio, ho appena scritto un articolo sui gatti di Roma dall’antichità a oggi, dove entrano pure Cesare e Cleopatra, e sto’ ultimando un libro sui leopardi in inglese che verra’ pubblicato in Cina.
  8. Operi in un settore in cui c’è molta concorrenza?
    Si’, c’e’ abbastanza concorrenza, almeno a Dubai, ma c’e’ ancora spazio per crescere.
  9. Come cerchi di differenziarti dai tuoi colleghi per proporti alla tua potenziale clientela?
    Mutando la sala da visita in un palcoscenico. Humour, allegria e empatia sono il mio motto.
  10. Ti senti realizzato/a nella tua attività professionale?
    Al 96%, e credo che non raggiungerò mai il 100%. Meglio.
  11. Come sono i rapporti con i Tuoi colleghi?
    Ottimi, i colleghi con cui ho contatto sono di varie nazionalità: Australiani, Polacchi, Tedeschi, Arabi e Inglesi.
    Ma, intendiamoci, tutto il mondo e’ paese!
  12. Come sono i rapporti con il Tuo Ordine?
    Buoni e di collaborazione.
  13. Hai un aneddoto professionale particolarmente interessante e/o divertente che vuoi raccontare?
    Si, esattamente due settimane fa’ me ne e’ successa una che ha dell’ incredibile se si pensa che quest’anno la Terra raggiungerà i 7 miliardi di abitanti.
    Stavo attraversando la sala d’aspetto della Clinica Pet Connection (Dubai) dove adesso lavoro, per andare dalla sala visita al laboratorio, quando una donna che passava per caso in strada mi scorge e come fulminata si precipita dentro.
    Mentre io ignaro scompaio nel laboratorio, la donna si precipita alla reception chiedendo se quel veterinario per caso, ha mai lavorato a Shanghai. ‘Non ne ho la piu’ pallida idea!’ gli risponde la receptionist gallese Mrs. Shan , che un poco spaventata dal furore della sconosciuta si precipita in laboratorio dove la mia vista sembra confermare il sospetto della expatriate che esclama:”Dr Walter! You operated my cat of cancer in Shanghai last June, remember?’
    Per una manciata di secondi che sembrano interminabili la guardo instupidito – certo mi ricordo che ho lavorato a Shanghai in una clinica per cani e gatti a giugno, pero’ questo gatto….poi mi ricordo anche del gatto e della donna e lei dice che il gatto sta’ bene ma ha avuto una recidiva del tumore cutaneo e arriverà a Dubai il mese prossimo da Shanghai insieme al marito! Lo possiamo rioperare qui, allora, no?!
  14. Come fai a conciliare il tempo da dedicare al lavoro con il tempo da dedicare alla famiglia?
    Semplice, la Clinica e’ al piano terra, l’appartamento e’ al quinto piano e al nono piano ci sono piscina e palestra.
    La scuola di mia figlia e’ a dieci minuti d’auto e se vogliamo sciare dobbiamo camminare 15 minuti fino a Mall of Emirates che ospita la pista coperta piu’ grande al mondo.
  15. Cosa ti senti di consigliare a chi vorrebbe cominciare la tua professione?
    Imparare (bene) l’inglese.
  16. Hai qualche sogno nel cassetto per il tuo futuro?
    Lavorare fino a 80 anni, amare fino a 85 e dipingere fino a 90. E tornare a Shanghai.
  17. Hai qualche rimorso o rimpianto per il tuo passato?
    Si, di aver fatto soffrire i miei genitori quando improvvisamente partivo per luoghi lontani senza lasciare scritto neanche un biglietto.
  18. Concludi la tua intervista con un tuo pensiero in piena libertà che rappresenta il tuo quotidiano
    operare o la tua filosofia di vita (proverbio, riflessione, citazione etc..).
    No pain, no gain (nessuna pena, nessun guadagno).