Non è tutto oro quello che luccica, di Andrea Visentin

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Il nostro iscritto Andrea Visentin, nei suoi primi articoli, aveva spaziato dall’informatica e comunicazione ai compiti e funzioni del medico veterinario comportamentista, dal tema della sicurezza alimentare, alle norme di igiene e profilassi.
Questo articolo è realizzato in collaborazione con una mia collega, fortunata proprietaria di un magnifico cane della prateria, che mi ha raccontato tutto quello che combina in casa“.
Gli autori ci segnalano anche il link alla preghiera del cane della prateria, che reca una serie di raccomandazioni irrinunciabili per un acqusito responsabile di questo simpatico animaletto.

 

 

Non è tutto oro quello che luccica.

 

Questo articolo nasce dalla considerazione espressa nel titolo, da un ragionamento sui nostri compagni pelosi e su di un particolare soggetto: il Cynomys ludovicianus.

È quasi ora di pranzo, parcheggiate e fate con il vostro grosso amico peloso un giro prima di pranzo; camminando non prestate attenzione alle vetrine e ad un certo punto il guinzaglio vi da uno strattone.
Vi girate e vedete il vostro compagno intento ad esaminare una vetrina. Piega la testa a destra poi a sinistra, si sposta leggermente e ricomincia. Lo chiamate, il suo muso vi guarda perplesso, si siede e si gratta con impegno un orecchio.
Quale interesse può avere per lui un negozio di minerali? Dopo aver considerato ancora un po’ un grosso pezzo di pirite, “l’oro degli stolti”, riprende a trotterellare con voi.

Il piccolo cane della prateria vi aspetta a casa per pranzo.

 

È un animaletto delle dimensioni di un coniglio, pesa circa 700-1000 grammi. A dispetto del nome non è un cane!

È originario delle praterie del nord America, il nome di cane della prateria gli deriva dal suo verso che emette nelle situazioni di pericolo, simile al latrare del cane. È però un roditore sociale, che vive in colonie, anche molto grandi, la più popolosa mai registrata contava 400 milioni di individui. Sono capaci, secondo studiosi canadesi, di capire se gli altri membri del gruppo stanno montando la guardia o se sono distratti.

Ne esistono di diverse specie, con comportamenti differenti. Una famiglia tipo è composta da un maschio e qualche femmina con i piccoli, più famiglie formano una città.

Nelle regioni più fredde non va in letargo, ma accumula grandi quantitativi di cibo nelle sue tane per mantenere “ridotti livelli di attività”, dorme tutto il giorno e lo stesso accade nelle nostre case durante l’inverno.

I cani della prateria scavano tane sotterranee e montano la guardia all’esterno, un po’ come fanno le marmotte delle Alpi italiane. Sono degli abili, costruttori dedicano molto tempo alle gallerie, tanto che alcuni animali (come serpenti, civette delle tane e furetti dai piedi neri) “prendono in affitto” queste strutture, si addentrano nelle tane per cibarsi dei cani della prateria.

Un altro studio descrive persino la differenza semantica degli allarmi lanciati dal cane della prateria di fronte a predatori differenti, in sostanza un fischio dice falco, uno coyote, uno uomo. I cani della prateria selvatici, o cdp come sono chiamati da alcuni, considerano l’uomo come un predatore.

Una piccola nota legale non tutti i cdp possono essere commercializzati liberamente, come il cane della prateria del Messico che è iscritto nella lista A della Conferenza di Washington, il famoso CITES, essendo un animale in via di estinzione. Questo comporta tutta una serie di incombenze per il proprietario, tralasciando le implicazioni morali dell’acquisto di un animale in via di estinzione.

 

Al vostro rientro a casa dopo pranzo siete accolti da una OLA festosa accompagnata da un: Yhiiii, proveniente dalla gabbia del piccolo cane della prateria.

Il grosso cane entra trotterellando, passa vicino alla gabbia stranamente si ferma davanti, piega la testa da un lato poi dall’altro più volte, si da un’energica grattata d’orecchio, liberando una nuvola di peli nell’aria.

Mentre voi liberate il piccolo occupante dalla sua “prigione”, si rialza comincia un giro della stanza, si ferma davanti alla sua radiosveglia con il filo rosicchiato. Poggia il muso sul pulsante di accensione senza risultato, la spina non è più collegata, un lieve grugnito esce dalla bocca del grosso cane. Si sposta guarda la base della sua cuccia in legno con l’apertura di una piccola tana e l’angolo del suo tappeto mangiato, attaccato in quel momento da una piccola furia pelosa, questo comporta una nuova grattata d’orecchio.

 

Il cdp è un roditore, i suoi incisivi sono a crescita continua, e come tutti i roditori li usa su numerose superfici anche non commestibili. Questi piccoli animali presentano un’interesse particolare per i fili elettrici, come tutti i piccoli roditori che popolano le nostre case, conigli compresi, che rosicchiano rischiando di rimanere folgorati.

Amano anche scavare interessandosi a tutte quelle superfici che possono essere aggredite dalle loro unghie e denti, cercando di creare una galleria. Le operazioni di scavo possono interessare la vostra nuova cucina, con il ritrovamento del filo del frigorifero che potrà diventare rapidamente inservibile. Se le nostre manipolazioni non sono ben misurate, oppure se il piccolo amico non le gradisce in quel momento è anche capace di mordere, come tutti i roditori.

Il cane della prateria è anche uno spericolato scalatore, spericolato nel vero senso del termine, questo piccolo animale non conosce i pericoli del vuoto restando così vittima di cadute dall’alto con conseguenze più o meno gravi. Alcuni soggetti muoiono a seguito di cadute.

Anche i rapporti con cani, gatti e furetti non sono sempre quello che noi ci possiamo immaginare. Il nostro “grosso” amico peloso (per quanto un gatto od un furetto possano essere grossi) in alcuni casi può considerare il nuovo arrivato come un buon pranzetto, appena vi allontanate!

Un altro argomento da prendere in considerazione al momento della scelta è la longevità, questi compagni pelosi possono vivere 8 anni con punte di 10-12. Richiedono affetto e cure costanti, tante attenzioni e tanta pazienza, per tutta la loro vita (a questo proposito vi suggerisco di leggere la preghiera del cane della prateria sul sito dell’associazione cdp). In natura non è difficile vederli abbracciati, intenti a toelettarsi a vicenda ecc.

Anche l’appartamento di questo piccolo animale deve essere adeguato alle sue esigenze: necessitano di una gabbia di grandi dimensioni, ben attrezzata o meglio di un recinto esterno dove costruire la loro città.

Non voglio annoiarvi con le sue esigenze alimentari, ma anche queste sono un punto da considerare.

Lo potete portare con voi al guinzaglio, ricordandovi delle sue dimensioni ridotte, è molto attento a tutto quello che lo circonda. A volte è pauroso e come dargli torto essendo uno spuntino naturale per molti predatori? Si interessa anche a tutti i buchi in cui può infilarsi e scavare fino a dove il suo guinzaglio gli consente di andare.

 

Il grosso cane, terminato il suo giro di controllo, vi guarda con l’espressione di chi, dopo anni di studio, è riuscito a risolvere un problema di matematica. Nel frattempo il piccolo cane della prateria sta abbracciando la zampa del gigante. Questo abbassa il muso con aria benevola, strofina le sue vibrisse sul corpo del piccolo, si concede qualche istante poi i due attirati da un vostro rumore si spostano e vi raggiungono sul divano, prima il grosso cane poi con un certo lavoro di scalata il piccolo si rifugia protetto tra le zampe.

Tutti e due assumono un’espressione soddisfatta. Potete interpretare facilmente il pensiero: “ho capito cosa vuol dire non è tutto oro quello che luccica” e poi quell’espressione fiera vi dice che “farà anche tanti danni ma è così carino che gli si perdona tutto”.

 

Prima di darvi dei consigli per una ricerca approfondita sull’etologia di questo simpatico animale, vorrei spiegare l’origine di questo articolo scritto a 4 mani anzi 8, data la partecipazione di un cane della prateria di mia conoscenza. Sono animali bellissimi, teneri ed affettuosi ma che richiedono tanto impegno ed una scelta ragionata, molto ragionata, prima di adottarli.

 

Passiamo alla sitografia, il primo passo potrebbe essere quello di cercare su Wikipedia: cane della prateria.

Troverete una pagina in italiano che lo descrive e soprattutto il link al sito dell’associazione del cane della prateria da cui trarre buone informazioni.

Poi cambiando lingua potete visitare l’ottima pagina in tedesco con molti link ed articoli per cominciare la vostra avventura (scritti per chi non capisce il tedesco in lingua inglese).

Da qui vi consiglio il link del Kansas State University: le parole magiche per la ricerca base sono “Prairie dogs”.