Ottobre: Giovanna Michela Villa

Home > News dalle organizzazioni di categoria > Ottobre: Giovanna Michela Villa

Ci sono diversi modi per descrivere come sia variegata e complessa la professione del medico veterinario.
Abbiamo pensato di farvi raccontare la professione proprio da chi la vive sulla sua pelle quotidianamente: i medici veterinari iscritti al nostro Ordine.
Ogni mese troverete una testimonianza di un Medico Veterinario valdostano che, con immagini e parole, vi descriverà la sua attività professionale.

 

  1. Nome e Cognome
    Giovanna Michela Villa.

  2. Perché hai deciso di iscriverti a Medicina veterinaria?
    Perché il mondo degli animali mi ha sempre attratto ed affascinato e pensavo che il modo migliore per farne parte fosse di diventare veterinario.

  3. Come sono stati gli anni dell’Università?
    Divertenti e spensierati!
    Si era creato nel mio corso di laurea un gruppo affiatato che ha saputo affiancare allo studio anche il divertimento…sono nate amicizie importanti che durano ancora nel tempo…ricordo tutti in ultima fila a fare la settimana enigmistica tra un appunto e l’altro…qualche nostro collega saprà di cosa parlo…

  4. Quando ti sei laureato/a?
    Il 10 luglio 2003.

  5. Quando ti sei iscritto/a all’Ordine?
    Il 21 gennaio 2004.

  6. Ricordi come è stato il tuo primo giorno di lavoro?
    Lo ricordo eccome! E’ stato un turno di notte in una clinica per cavalli che si occupava principalmente di coliche, immersa nella nebbia della pianura padana …brandina in scuderia e sveglia ogni 2 ore per fare le terapie ai cavalli ricoverati…uno di loro ha ticchiato per tutta la notte!!…
    Ricordo tanta paura di sbagliare ma anche tanta emozione!

  7. Di cosa ti occupi ora nello specifico? Vuoi descriverci in cosa consiste la tua attuale attività professionale?
    Attualmente collaboro con l’Assessorato Agricoltura della Regione Autonoma Valle d’Aosta, effettuando vaccinazioni per il Piano di eradicazione della rinotrachite infettiva del bovino; inoltre collaboro con l’AREV per l’identificazione degli equidi mediante segnalamento ed inserimento microchipurale.

  8. Operi in un settore in cui c’è molta concorrenza?
    Per fortuna collaborando con enti pubblici si sente meno il peso della concorrenza, inoltre la mia attività è ben delimitata a settori specifici imposti dai piani regionali o nazionali, come nel caso dell’anagrafe equina.
    Ma è sufficiente provare un concorso pubblico od iscriversi alle graduatorie dell’USL per capire quanta concorrenza ci sia e quanto sia difficile ottenere un incarico pubblico.

  9. Come cerchi di differenziarti dai tuoi colleghi per proporti alla tua potenziale clientela?
    Purtroppo la mia clientela non ha molta scelta…però cerco di essere sempre aggiornata, professionale, disponibile e cordiale e mi gratifica sapere che vengo contattata anche per attività che non riguardano strettamente i miei incarichi “istituzionali”.

  10. Ti senti realizzato/a nella tua attività professionale?
    Anche se credo di essere ancora novizia del mestiere, mi sento realizzata per i piccoli traguardi raggiunti ma so che il mio percorso professionale è ancora lungo e ricco di esperienze da vivere e da imparare!

  11. Come sono i rapporti con i Tuoi colleghi?
    Molto buoni con i colleghi con cui collaboro, ma sono un po’ orso con quelli che non conosco!

  12. Come sono i rapporti con il Tuo Ordine?
    Mea culpa…pressoché inesistenti…spero che il Presidente perdoni il mio assenteismo ed apprezzi il mio sforzo nel realizzare quest’intervista che, da buon orso come sono, costa molta fatica!

  13. Hai un aneddoto professionale particolarmente interessante e/o divertente che vuoi raccontare?
    Ricordo quando ho iniziato a vaccinare per il Piano IBR; ero in una stalla con quella santa donna di mia madre che mi accompagna e mi supporta/sopporta quotidianamente (siamo soprannominate le “Dottore”, tanto che spesso gli allevatori si rivolgono a lei credendola il veterinario…) e l’allevatore cercava di tenere una vacca un po’ agitata perché io potessi vaccinarla…ad un certo punto non riuscendo neanche lui ad avvicinarsi le ha tirato un calcio sulla pancia così forte che se fosse stata gravida avrebbe abortito all’istante…poi si è girato per andare a prendere una corda e si è trovato in mezzo ai piedi uno dei suoi cani… al ché non ci ha più visto ed ha tirato un calcione anche al cane facendolo letteralmente volare di qualche metro più in là…un destro niente male!
    So solo che ho sussurrato a mia madre di non muoversi e di non fiatare sennò avrebbe preso a calci anche noi… ogni volta che ritorno in quella stalla ripenso a quella scena, entro in punta di piedi e spero che i suoi cani abbiano il buon senso di stare alla larga…

  14. Come fai a conciliare il tempo da dedicare al lavoro con il tempo da dedicare alla famiglia?
    La qualità della mia vita viene prima di ogni altra cosa ed ogni mia scelta fin dall’università è stata presa sulla base di questo principio; fino ad oggi ho avuto la possibilità, grazie alla stagionalità ed alla flessibilità di orario del mio lavoro, di conciliare la professione e l’aggiornamento con la mia famiglia e soprattutto con la mia grande passione per la montagna.
    Quello che più mi piace di questo lavoro è che mi permette di stare a contatto degli animali e della natura nei luoghi che più amo!

  15. Cosa ti senti di consigliare a chi vorrebbe cominciare la tua professione?
    Se possibile, consiglierei di seguire da vicino il lavoro di un veterinario per rendersi conto di cosa comporta il nostro mestiere; amare gli animali non vuol dire per forza diventare veterinario… ed il sogno che avevo anch’io da bambina della figura del veterinario alla James Herriot è ben diverso dalla realtà… però sono convinta che con la passione e con la determinazione si possa fare qualsiasi cosa!

  16. Hai qualche sogno nel cassetto per il tuo futuro?
    Il mio sogno nel cassetto è quello di potermi occupare della fauna selvatica ed unire così il mio lavoro alla passione che ho per la montagna.

  17. Hai qualche rimorso o rimpianto per il tuo passato?
    Per fortuna né rimorsi né rimpianti, forse solo un pensiero che, avendo frequentato 5 anni di corso di laurea e 6 di specializzazioni, avrei potuto tranquillamente iscrivermi a medicina e chirurgia ed avere già un lavoro stabile in ospedale!
    Però il piacere di osservare la natura così da vicino l’avrei messo in un cassetto!

  18. Concludi la tua intervista con un tuo pensiero in piena libertà che rappresenta il tuo quotidiano operare o la tua filosofia di vita (proverbio, riflessione, citazione etc..).
    Un buon consiglio diamolo sempre a qualcun altro.
    E’ l’unica cosa da farne giacché non è di nessuna utilità per noi stessi. (Oscar Wilde).