Polpette chiodate: il nuovo articolo di Andrea Visentin

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La società moderna non è più capace di vivere senza le informazioni provenienti dalla rete, che spesso forniscono importanti notizie sui fatti nel momento stesso in cui si verificano, ma purtroppo accadono degli episodi di manipolazione dell’informazione.
Recentemente abbiamo visto, sui social network, come in Catalogna durante il referendum sia stata issata la bandiera Catalana durante uno scontro con la Guardia Civil. Una scena che ricorda il famoso monumento dei Marines americani durante la seconda guerra mondiale tratto da una foto che per inciso, era ricostruita, e che anche nel caso degli scontri a Barcellona era frutto di un ritocco su un’immagine ben fatta che però non presentava nessuna bandiera.

 

 

Il comune cittadino si trova nel panico, spaventato e disorientato da quello che arriva da fonti di informazione non attendibili o troppo ansiose di dare per primi la notizia. Torniamo su questo argomento già trattato nel 2014 con l’articolo: “Leggere le avvertenze”.

Recentemente ad Aosta si sta diffondendo il panico per delle fantomatiche esche avvelenate sparse da ignoti sui marciapiedi della città. Da una verifica fatta con le autorità locali è risultato che la notizia, giunta attraverso Facebook, non corrispondeva alla realtà.
Nessun collega ha potuto riportare il caso di un cane colpito da “polpetta chiodata”, la polizia locale non ne sapeva niente, la questura non aveva notizia di una denuncia. Eppure la voce di internet assicurava che ci fossero pattuglie alla caccia del fantomatico avvelenatore, che ci fosse una denuncia presentata e che gli studi veterinari di Aosta piangessero la morte di cani dopo il consumo della fantomatica polpetta.

Solitamente questi articoli partono con i miei amici pelosi che, come al solito, combinano pasticci. Questa sera sono tranquillamente davanti al pc e sento su di me lo sguardo preoccupato che parte dalla cuccia, ma visto l’argomento non è il momento di raccontare le loro bravate.

Dobbiamo dire che esistono istituzioni da contattare quando purtroppo succedono episodi gravi come quelli raccontati: Ausl, istituto Zooprofilattico devono ricevere l’informazione degli avvelenamenti direttamente dall’avvelenato, per mezzo del suo compagno umano, non leggendola su Facebook o Twitter.

Tutti gli animali di casa hanno il “proprio professionista di fiducia” cioè il veterinario di famiglia, lo studio più vicino a casa o quello con la persona più simpatica all’interno, sono questi che devono inoltrare la comunicazione, il corpo per l’autopsia, in caso di decesso, e le esche ritrovate alle autorità competenti.

Come già succede da anni per le persone anche per i nostri amici pelosi esistono dei percorsi previsti dalla “legge” in caso di “omicidio” vogliamo dire “canicidio” se mi permettete il neologismo.

Come succede per le persone la notizia di un omicidio che si diffonde in rete senza il corpo resta una notizia non confermata che presto diventerà una falsa notizia sugli organi di stampa ufficiale. Per i nostri amici pelosi succede la stessa cosa: per poter intervenire con una indagine occorre il corpo od il boccone ritrovato, seminare il panico tra gli amici dei social network non è sufficiente.

In questi casi è importante che venga chiesta l’autopsia sul corpo o che vengano fornite le cosiddette prove materiali per avviare l’indagine. Non voglio ritornare sui problemi causati dalle notizie che vengono da internet, non voglio annoiarvi con lunghe liste di falsi miti, voglio solo esortarvi ad usare il buon senso.

Fatevi queste domande: chi ha scritto il post? Lo conoscete, conoscete il suo cane? Mantenere la vigilanza su quello che fanno i nostri piccoli amici è importante, non vanno certo lasciati girare da soli senza supervisione, ma in caso di problemi come quelli descritti negli ultimi giorni la notizia, più che tra gli amici, deve essere portata direttamente a conoscenza della persona competente cioè il veterinario di famiglia che manderà una segnalazione corredata dalla diagnosi e dal materiale di prova a coloro che dovranno poi far partire le indagini.

Per concludere dopo aver smentito nuovamente la falsa notizia, rinnovato l’invito a colleghi e padroni di contattare correttamente il servizio Ausl, possiamo ritornare allegramente dai nostri amici che aspettano la loro cena e per sicurezza niente polpette ma solo una bella ciotola di crocchette per il grosso cane e dei fagiolini per il piccolo cane della prateria.